La crescita della SA 8000 - Dicembre 2003
La responsabilità sociale sta definitivamente prendendo piede nel mondo dell’impresa, influenzando e trasformando il modo di lavorare della aziende, non solo dal punto di vista della comunicazione, ma anche della strategia e del modo di organizzare il lavoro.
Di questi argomenti si è occupata recentemente una ricerca dell’ISTUD, denominata progetto REBUS (Relationship Between Business & Society), condotta soprattutto sul top management di 28 grandi imprese. L’obiettivo della ricerca è di “individuare e scambiare buone prassi che facilitino l’assunzione da parte del management delle imprese europee di pratiche di gestione responsabile. I beneficiari finali del progetto possono essere individuati negli azionisti, nei dipendenti delle aziende e nella collettività, con particolare riferimento alle fasce deboli della popolazione. I risultati attesi più importanti sono l’aumento della consapevolezza nel management e nella società, lo scambio, la sperimentazione e la diffusione di buone prassi e la creazione di un network europeo che incoraggi il senso di Responsabilità Sociale delle Imprese, in particolare nelle piccole e medie imprese. L’approccio utilizzato durante tutto l’arco del progetto è di tipo bottom-up, con il coinvolgimento di tutti i Partner fin dalle fasi iniziali”. Dopo le dichiarazione del governo italiano, all’inizio del periodo di Presidenza della Unione Europea, riguardo l’importanza della realizzazione del Bilancio Sociale, si stanno facendo strada numerose iniziative e studi per dare il giusto valore alla responsabilità etica e sociale, non solo per un discorso di immagine e di una migliore relazione con gli stakeholder, ma per elevare le performance aziendali e la produttività del personale, riducendo gli sprechi.
La responsabilità sociale sta acquistando una dignità nuova ed un utilizzo che va oltre la comunicazione delle performance economiche, sociali ed ambientali per tutti gli stakeholder, raggiungendo la dimensione di strumento di gestione aziendale a tutti gli effetti.
Sempre più, gli investitori istituzionali richiedono il bilancio sociale, come strumento per descrivere agli azionisti le strategie adottate dall’impresa nei confronti della società.
Le aziende che utilizzano il bilancio sociale sono essenzialmente di grande dimensione e quotate in borsa; queste imprese hanno tratto un vantaggio competitivo e di immagine dalla scelta di agire secondo le norme della responsabilità sociale.
Il settore in cui il bilancio sociale è più diffuso è quello creditizio-assicurativo (Unicredit, Intesa e Unipol), anche in quello delle utilities spicca il caso dell’Enel, talmente bravi da vincere al primo colpo l’Oscar del Bilancio 2003.
Lo scorso anno sono state circa 100 le aziende che hanno pubblicato il Bilancio sociale; l’obiettivo sembra essere quello di cercare un dialogo più efficace con gli Stakeholders, compresi, quindi, i soggetti con cui l’impresa non ha relazioni economiche dirette, per comprenderne meglio le esigenze e il modo per soddisfarle.
Per le imprese è di fondamentale importanza riuscire a comunicare la propria cultura d’impresa e dimostrarsi attente alle esigenze e ai bisogni che emergono nell’ambiente in cui operano. Le aziende, infatti, realizzano sempre più spesso iniziative di valore sociale: da una ricerca condotta recentemente da UnionCamere emerge che l’85% delle imprese tra i 50 e i 500 addetti afferma di partecipare ad iniziative in favore della propria comunità e di riconoscere l’importanza della responsabilità sociale, mentre il 20% delle aziende richiede ai fornitori forme di certificazione sociale.
Seguendo questa tendenza, sta aumentando il numero di aziende che ricorre alla certificazione volontaria; per la UNI EN ISO 14001, ad esempio, le imprese certificate sono diventate 2200 negli ultimi anni, mentre per la UNI EN ISO 9001 sono passate da 200 a 62mila in circa dieci anni.
Questo enorme incremento della certificazione, tanto quella di qualità quanto l’ambientale e l’etica, testimonia che anche le imprese italiane stanno progressivamente acquisendo una mentalità orientata al miglioramento dell’immagine e del rapporto con i consumatori. La Gemini Europa offre la sua assistenza alle imprese che intendono intraprendere questo percorso, sia per la certificazione, sia per un’adeguata comunicazione di quanto ottenuto.
Di questi argomenti si è occupata recentemente una ricerca dell’ISTUD, denominata progetto REBUS (Relationship Between Business & Society), condotta soprattutto sul top management di 28 grandi imprese. L’obiettivo della ricerca è di “individuare e scambiare buone prassi che facilitino l’assunzione da parte del management delle imprese europee di pratiche di gestione responsabile. I beneficiari finali del progetto possono essere individuati negli azionisti, nei dipendenti delle aziende e nella collettività, con particolare riferimento alle fasce deboli della popolazione. I risultati attesi più importanti sono l’aumento della consapevolezza nel management e nella società, lo scambio, la sperimentazione e la diffusione di buone prassi e la creazione di un network europeo che incoraggi il senso di Responsabilità Sociale delle Imprese, in particolare nelle piccole e medie imprese. L’approccio utilizzato durante tutto l’arco del progetto è di tipo bottom-up, con il coinvolgimento di tutti i Partner fin dalle fasi iniziali”. Dopo le dichiarazione del governo italiano, all’inizio del periodo di Presidenza della Unione Europea, riguardo l’importanza della realizzazione del Bilancio Sociale, si stanno facendo strada numerose iniziative e studi per dare il giusto valore alla responsabilità etica e sociale, non solo per un discorso di immagine e di una migliore relazione con gli stakeholder, ma per elevare le performance aziendali e la produttività del personale, riducendo gli sprechi.
La responsabilità sociale sta acquistando una dignità nuova ed un utilizzo che va oltre la comunicazione delle performance economiche, sociali ed ambientali per tutti gli stakeholder, raggiungendo la dimensione di strumento di gestione aziendale a tutti gli effetti.
Sempre più, gli investitori istituzionali richiedono il bilancio sociale, come strumento per descrivere agli azionisti le strategie adottate dall’impresa nei confronti della società.
Le aziende che utilizzano il bilancio sociale sono essenzialmente di grande dimensione e quotate in borsa; queste imprese hanno tratto un vantaggio competitivo e di immagine dalla scelta di agire secondo le norme della responsabilità sociale.
Il settore in cui il bilancio sociale è più diffuso è quello creditizio-assicurativo (Unicredit, Intesa e Unipol), anche in quello delle utilities spicca il caso dell’Enel, talmente bravi da vincere al primo colpo l’Oscar del Bilancio 2003.
Lo scorso anno sono state circa 100 le aziende che hanno pubblicato il Bilancio sociale; l’obiettivo sembra essere quello di cercare un dialogo più efficace con gli Stakeholders, compresi, quindi, i soggetti con cui l’impresa non ha relazioni economiche dirette, per comprenderne meglio le esigenze e il modo per soddisfarle.
Per le imprese è di fondamentale importanza riuscire a comunicare la propria cultura d’impresa e dimostrarsi attente alle esigenze e ai bisogni che emergono nell’ambiente in cui operano. Le aziende, infatti, realizzano sempre più spesso iniziative di valore sociale: da una ricerca condotta recentemente da UnionCamere emerge che l’85% delle imprese tra i 50 e i 500 addetti afferma di partecipare ad iniziative in favore della propria comunità e di riconoscere l’importanza della responsabilità sociale, mentre il 20% delle aziende richiede ai fornitori forme di certificazione sociale.
Seguendo questa tendenza, sta aumentando il numero di aziende che ricorre alla certificazione volontaria; per la UNI EN ISO 14001, ad esempio, le imprese certificate sono diventate 2200 negli ultimi anni, mentre per la UNI EN ISO 9001 sono passate da 200 a 62mila in circa dieci anni.
Questo enorme incremento della certificazione, tanto quella di qualità quanto l’ambientale e l’etica, testimonia che anche le imprese italiane stanno progressivamente acquisendo una mentalità orientata al miglioramento dell’immagine e del rapporto con i consumatori. La Gemini Europa offre la sua assistenza alle imprese che intendono intraprendere questo percorso, sia per la certificazione, sia per un’adeguata comunicazione di quanto ottenuto.
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