La consulenza come aiuto all’impresa - Novembre 2003
Secondo la Small Business Administration, su dieci persone che decidono di avviare un’attività imprenditoriale, ben otto falliscono nel loro intento entro due anni. Il successo, invece, viene ottenuto da quelle persone che riescono a eliminare i problemi prima che diventino troppo gravi.
Alcuni dei principali trabocchetti nei quali cadono i titolari delle piccole imprese che falliscono sono:
- La mancanza di programmazione
- La difficoltà ad adattarsi ai rapidi mutamenti del mercato
- L’espansione troppo rapida e non programmata
- La propensione ad accettare consigli da persone inadatte
Nelle economie occidentali il numero delle nuove aziende continua ad essere piuttosto ampio , nonostante la crisi che dura da ormai tre anni, ma le statistiche dimostrano che più del 50% delle nuove piccole aziende chiude entro i cinque anni di attività. Poiché la causa prevalente di queste rovinose cadute è da attribuirsi alla difficoltà di acquisire una preparazione manageriale, il piccolo imprenditore potrebbe ricorrere più spesso a consulenti esterni. A sua disposizione esiste, infatti, un gran numero di specialisti nel settore della gestione aziendale, dell’analisi dei processi, del marketing, della comunicazione e della formazione. Uno studio recentemente svolto negli Stati Uniti dal Business Administration Center ha dimostrato che le piccole aziende che avevano fatto ricorso all’assistenza di un consulente esterno, , sono pervenute a risultati di gestione molto superiori rispetto a quelli ottenuti da altre aziende dello stesso genere in situazioni confrontabili. Dalla ricerca è risultato anche che:
- Solo un aspirante imprenditore su quattro decide di farsi assistere da un consulente
- Di quelli che decidono in senso positivo, l’86% è ancora sul mercato allo scadere dei primi due anni.
Nei momenti in cui l’economia non brilla, quando si intravede un periodo di recessione, per gli imprenditori esistono due modi, profondamente differenti, di reagire:
- Ridurre i costi attraverso tagli ripetuti (nel personale, nelle risorse, nella ricerca dell’innovazione), con la perdita, talvolta irrecuperabile, di competitività e dell’orientamento al mercato
- Ridurre i costi attraverso una ristrutturazione del modo di lavorare, di produrre nuove idee
La necessità di ridurre i costi è comune a tutte le imprese, ma è il modo in cui si reagisce alla crisi economica che determina il successo futuro di un’azienda.
Per questo è importante approfittare di questi periodi, per innovare i processi aziendali, formare i propri dipendenti e prepararsi al nuovo ciclo di sviluppo economico, potendo vantare un consistente vantaggio competitivo sui competitor. Molte delle piccole e medie imprese rimangono immobili nei momenti di difficoltà, per questo avere il giusto coraggio di investire può portare al successo: occorre prepararsi alle nuove sfide del mercato.
Alcuni dei principali trabocchetti nei quali cadono i titolari delle piccole imprese che falliscono sono:
- La mancanza di programmazione
- La difficoltà ad adattarsi ai rapidi mutamenti del mercato
- L’espansione troppo rapida e non programmata
- La propensione ad accettare consigli da persone inadatte
Nelle economie occidentali il numero delle nuove aziende continua ad essere piuttosto ampio , nonostante la crisi che dura da ormai tre anni, ma le statistiche dimostrano che più del 50% delle nuove piccole aziende chiude entro i cinque anni di attività. Poiché la causa prevalente di queste rovinose cadute è da attribuirsi alla difficoltà di acquisire una preparazione manageriale, il piccolo imprenditore potrebbe ricorrere più spesso a consulenti esterni. A sua disposizione esiste, infatti, un gran numero di specialisti nel settore della gestione aziendale, dell’analisi dei processi, del marketing, della comunicazione e della formazione. Uno studio recentemente svolto negli Stati Uniti dal Business Administration Center ha dimostrato che le piccole aziende che avevano fatto ricorso all’assistenza di un consulente esterno, , sono pervenute a risultati di gestione molto superiori rispetto a quelli ottenuti da altre aziende dello stesso genere in situazioni confrontabili. Dalla ricerca è risultato anche che:
- Solo un aspirante imprenditore su quattro decide di farsi assistere da un consulente
- Di quelli che decidono in senso positivo, l’86% è ancora sul mercato allo scadere dei primi due anni.
Nei momenti in cui l’economia non brilla, quando si intravede un periodo di recessione, per gli imprenditori esistono due modi, profondamente differenti, di reagire:
- Ridurre i costi attraverso tagli ripetuti (nel personale, nelle risorse, nella ricerca dell’innovazione), con la perdita, talvolta irrecuperabile, di competitività e dell’orientamento al mercato
- Ridurre i costi attraverso una ristrutturazione del modo di lavorare, di produrre nuove idee
La necessità di ridurre i costi è comune a tutte le imprese, ma è il modo in cui si reagisce alla crisi economica che determina il successo futuro di un’azienda.
Per questo è importante approfittare di questi periodi, per innovare i processi aziendali, formare i propri dipendenti e prepararsi al nuovo ciclo di sviluppo economico, potendo vantare un consistente vantaggio competitivo sui competitor. Molte delle piccole e medie imprese rimangono immobili nei momenti di difficoltà, per questo avere il giusto coraggio di investire può portare al successo: occorre prepararsi alle nuove sfide del mercato.
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