consulenza manageriale

mercoledì, dicembre 07, 2005

Telelavoro: alcuni dati di riferimento - Gennaio 2003

Attualmente ci sono 21 milioni di persone nella Unione Europea che praticano il telelavoro, il 13% della popolazione occupata. In Italia, il 9,5% della forza di lavoro svolge una o più delle diverse modalità di telelavoro:

Home-based: quello che si realizza a casa in modo permanente o puntuale, utilizzando tecnologie della informazione e della comunicazione.
Mobile: non esiste un luogo fisso di lavoro (durante viaggi o spostamenti, dal cliente ).
Self-employed o autonomo in SOHOs (small office, home office), quando la casa è la principale sede del lavoro.
In centri satellite o di vicinanza: l´impresa delocalizza parte della propria attività in aree geograficamente distanti dalla sede centrale.
Da centri di lavoro comunitario, telecottage o telecentri, uffici satellite condivisi da varie imprese, oppure strutture di libero acceso.
Office-to-office: collegare il lavoro svolto da uffici distanti geograficamente o singoli professionisti.

Sebbene il telelavoro abbia sperimentato un grandissimo avanzo negli ultimi anni, ancora bisogna superare lo scetticismo dominante tra la maggioranza degli imprenditori, manager e datori di lavoro in generale.
Fiducia è la parola chiave del telelavoro. Mediante la fiducia nei lavoratori e la flessibilità oraria, i parametri classici di misura del rendimento lavorativo devono essere cambiati, passando a fondarsi nei risultati ottenuti più che nel numero di ore presenziale nell’ufficio.

Comunque, questa nuova modalità di lavoro offre vantaggi significativi sia agli impiegati sia alle aziende:

Per l´imprese, in termini di maggiore efficienza, si produce un aumento di produttività (10-40 %) e di flessibilità organizzativa, così come la riduzione dei costi.
Per i lavoratori, rapporta una migliore qualità di vita, con tempi e costi di viaggio ridotti, maggiore autonomia realizzativa, aumento del tempo libero e perciò minore sconvolgimento della vita familiare.

Per la società in generale, il telelavoro diventa uno strumento da inserire in strategie pubbliche volte a diminuire l´alto livello di disoccupazione. È in grado di favorire la rigenerazione di aree depresse o isolate, in particolare quelle situate in contesti rurali, rompendone l´isolamento economico. Offre la possibilità, inoltre, di inserire nel mercato del lavoro gruppi svantaggiati. In questo modo, dunque, si ottiene un significativo risparmio di energia, con i seguenti benefici per l´ambiente e la mobilità.

Se volessimo parlare di “possibili svantaggi” del telelavoro, tuttavia, potremmo parlare della difficoltà nella gestione di lavoratori “distanti”, e la sottile linea che separa il lavoro dal tempo libero, rendendo difficile determinare quando finisce l’uno e... quando comincia l’altro.