Il nuovo mercato europeo inizia a dettare le nuove condizioni: Per essere vincenti sul mercato è necessario offrire garanzie di qualità ed efficienza.
Pubblicato su Notiziario Gemini Europa ( http://www.geminieuropa.com ) Maggio 2001
Con la pubblicazione del Libro Verde sulla Politica integrata relativa ai prodotti, la UE ha indicato chiaramente che intende puntare sui "prodotti verdi" per assicurare una crescita sostenibile del Mercato Europeo. Imprese e consumatori sono quindi chiamati a, "pensare verde", vale a dire, rispettivamente, tener conto dell'impatto ambientale del prodotto sin dalla fase di progettazione, e saper distinguere e premiare con le proprie scelte d'acquisto i prodotti ecologici. Per far decollare la Politica integrata dei prodotti, la Commissione conta sulla collaborazione attiva (anzi, "proattiva", come si usa dire) di tutte le parti interessate (aziende, pubblica amministrazione, consumatori) e a tal fine lancia un'ampia consultazione, che si concluderà a fine giugno. Dal lato dell'offerta di prodotti verdi, la Commissione auspica lo sviluppo di linee guida relative alla progettazione ecologica. Dal lato della domanda, la Commissione sottolinea l'opportunità che le amministrazioni pubbliche inseriscano requisiti di eco-compatibilità nei propri bandi di gara, determinando quindi un forte impulso alla produzione verde. La preoccupazione per l'impatto ecologico dei prodotti non è una novità: negli ultimi anni, sia a livello comunitario che a livello nazionale, sono infatti sorti diversi schemi di certificazione di prodotti eco-compatibili: basti citare il marchio europeo Eco-label. Tuttavia, la Commissione sottolinea come il sistema dei marchi ecologici non abbia funzionato secondo le aspettative. La causa probabilmente va ricercata nella complessità dei sistemi e nella relativa onerosità: è infatti necessario svolgere prove, presentare domande che devono poi essere successivamente approvate e pagare spese e diritti; quanto basta per scoraggiare un fabbricante, per quanto volenteroso. E' evidente dunque che bisogna utilizzare altre leve per indirizzare il mercato verso prodotti e servizi più compatibili con l'ambiente. La soluzione più probabile in questo contesto è un'imposizione differenziata in base alle prestazioni ambientali dei prodotti: ad esempio, si potrebbe applicare aliquote IVA ridotte per i prodotti muniti del marchio europeo di qualità ecologia. Un ruolo importante nel quadro della Politica integrata relativa ai prodotti è riconosciuto alle norme tecniche. All'interno della famiglia di norme ISO 14000, un sottogruppo di norme si occupa specificamente dell'impatto ambientale di prodotti e servizi.In particolare, la ISO 14024 riguarda le informazioni sul prodotto apposte grazie ad etichettature verificate da terzi (ISO tipo I): è il caso dell'Ecolabel europeo e degli altri marchi ecologici nazionali. La ISO 14021 riguarda le dichiarazioni e le autodichiarazioni ecologiche: secondo la Commissione, questi sono gli strumenti su cui probabilmente si punterà su larga scala. Infine, la ISO 14025, relativa ad etichettature ambientali verificate da terzi contenenti una precisa serie di informazioni. Più precisamente si tratta di dati ambientali quantificati su tutti gli impatti significativi del prodotto, in base a procedure e risultati di uno studio sul ciclo di vita, più informazioni supplementari, ad esempio sui sistemi di gestione ambientale o sugli aspetti sociali, se del caso. Oltre che con la famiglia ISO 14000, la normazione viene chiamata in causa dal Libro verde in relazione alla possibilità di ricorrere alla strategia del Nuovo Approccio anche in materia ambientale, o più precisamente, per introdurre - accanto ai requisiti essenziali di salute e sicurezza dei prodotti - anche i requisiti ecologici. L'unico esempio finora attuato di applicazione della strategia del Nuovo Approccio a fini ambientali è quello della direttiva sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio, su cui tuttavia permangono diverse perplessità. Più in generale, la Commissione UE auspica una maggior capacità da parte del mondo della normazione di "interiorizzare" considerazioni ecologiche nell'iter di definizione di una norma sul prodotto: la norma, quindi, dovrebbe diventare punto di riferimento in fatto di sicurezza, affidabilità, prestazioni e eco-compatibilità.
Con la pubblicazione del Libro Verde sulla Politica integrata relativa ai prodotti, la UE ha indicato chiaramente che intende puntare sui "prodotti verdi" per assicurare una crescita sostenibile del Mercato Europeo. Imprese e consumatori sono quindi chiamati a, "pensare verde", vale a dire, rispettivamente, tener conto dell'impatto ambientale del prodotto sin dalla fase di progettazione, e saper distinguere e premiare con le proprie scelte d'acquisto i prodotti ecologici. Per far decollare la Politica integrata dei prodotti, la Commissione conta sulla collaborazione attiva (anzi, "proattiva", come si usa dire) di tutte le parti interessate (aziende, pubblica amministrazione, consumatori) e a tal fine lancia un'ampia consultazione, che si concluderà a fine giugno. Dal lato dell'offerta di prodotti verdi, la Commissione auspica lo sviluppo di linee guida relative alla progettazione ecologica. Dal lato della domanda, la Commissione sottolinea l'opportunità che le amministrazioni pubbliche inseriscano requisiti di eco-compatibilità nei propri bandi di gara, determinando quindi un forte impulso alla produzione verde. La preoccupazione per l'impatto ecologico dei prodotti non è una novità: negli ultimi anni, sia a livello comunitario che a livello nazionale, sono infatti sorti diversi schemi di certificazione di prodotti eco-compatibili: basti citare il marchio europeo Eco-label. Tuttavia, la Commissione sottolinea come il sistema dei marchi ecologici non abbia funzionato secondo le aspettative. La causa probabilmente va ricercata nella complessità dei sistemi e nella relativa onerosità: è infatti necessario svolgere prove, presentare domande che devono poi essere successivamente approvate e pagare spese e diritti; quanto basta per scoraggiare un fabbricante, per quanto volenteroso. E' evidente dunque che bisogna utilizzare altre leve per indirizzare il mercato verso prodotti e servizi più compatibili con l'ambiente. La soluzione più probabile in questo contesto è un'imposizione differenziata in base alle prestazioni ambientali dei prodotti: ad esempio, si potrebbe applicare aliquote IVA ridotte per i prodotti muniti del marchio europeo di qualità ecologia. Un ruolo importante nel quadro della Politica integrata relativa ai prodotti è riconosciuto alle norme tecniche. All'interno della famiglia di norme ISO 14000, un sottogruppo di norme si occupa specificamente dell'impatto ambientale di prodotti e servizi.In particolare, la ISO 14024 riguarda le informazioni sul prodotto apposte grazie ad etichettature verificate da terzi (ISO tipo I): è il caso dell'Ecolabel europeo e degli altri marchi ecologici nazionali. La ISO 14021 riguarda le dichiarazioni e le autodichiarazioni ecologiche: secondo la Commissione, questi sono gli strumenti su cui probabilmente si punterà su larga scala. Infine, la ISO 14025, relativa ad etichettature ambientali verificate da terzi contenenti una precisa serie di informazioni. Più precisamente si tratta di dati ambientali quantificati su tutti gli impatti significativi del prodotto, in base a procedure e risultati di uno studio sul ciclo di vita, più informazioni supplementari, ad esempio sui sistemi di gestione ambientale o sugli aspetti sociali, se del caso. Oltre che con la famiglia ISO 14000, la normazione viene chiamata in causa dal Libro verde in relazione alla possibilità di ricorrere alla strategia del Nuovo Approccio anche in materia ambientale, o più precisamente, per introdurre - accanto ai requisiti essenziali di salute e sicurezza dei prodotti - anche i requisiti ecologici. L'unico esempio finora attuato di applicazione della strategia del Nuovo Approccio a fini ambientali è quello della direttiva sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio, su cui tuttavia permangono diverse perplessità. Più in generale, la Commissione UE auspica una maggior capacità da parte del mondo della normazione di "interiorizzare" considerazioni ecologiche nell'iter di definizione di una norma sul prodotto: la norma, quindi, dovrebbe diventare punto di riferimento in fatto di sicurezza, affidabilità, prestazioni e eco-compatibilità.
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