consulenza manageriale

venerdì, dicembre 02, 2005

Lavorare stanca? Da casa un po’ meno! - Aprile 2002

· Flessibilità mentale, conoscenza delle nuove tecnologie, capacità di gestire tempo e risorse. Ecco le qualità del telelavoratore. Non dovrà più timbrare il cartellino ma fornire risultati concreti.
· Le donne concilieranno meglio vita familiare e attività produttiva.
· In arrivo nuovi mestieri: c'è anche la telechirurgia.

Suona la sveglia, bisogna correre, …altrimenti arriverò tardi in ufficio. Non trovo la camicia stirata, la cravatta, i pantaloni, …non faccio colazione così guadagno tempo.
E poi, fuori il caos. Tutti indaffarati, nervosi, già stanchi corrono al lavoro.
Non è lo sfogo di un lavoratore “atipico”, ma è il “tipico” commento di un lavoratore.

Oggi, in molte città, andare a lavorare è già un lavoro. Arrivati in ufficio, dopo molte peripezie, si sente quasi il desiderio di riposarsi per essere in grado, alla fine della giornata, di tornare a casa.

L’alternativa a tutto questo? Scartando la possibilità di non lavorare, non ci è concesso, bisogna trovare una soluzione che migliori la produzione e la qualità della vita.
Una, neanche tanto nuova, ma mai sviluppata sufficientemente è il telelavoro. Basta un telefono, un fax ed un computer e si potrebbe restare tranquillamente a casa.

Negli Stati Uniti i telependolari erano quattrocentomila nel 1990, un milione e quattrocentomila nel 1991 e due milioni e quattrocentomila nel 1992.
Paul Mockapetris (presidente dell'Ietf, l'Internet engineering task force) anticipa che saranno dieci milioni nel 2000, trenta milioni nel 2010 e cinquanta milioni nel 2020. Questa previsione forse un po’ esagerata, evidenzia tuttavia la forte crescita di questo nuovo modo di concepire il lavoro.
Questo perché, così concepito, il lavoro è più efficace. Infatti evita i tempi morti degli spostamenti pendolari fisici e si adatta bene al progressivo passaggio della forza lavoro dall'agricoltura, dall'industria e dai servizi convenzionali al terziario più o meno avanzato. Sembra credibile che entro una ventina d'anni solo il 12% dei lavoratori italiani sarà attivo in industria e agricoltura, mentre il 38% fornirà servizi tradizionali e il 50% raccoglierà, genererà, elaborerà e diffonderà dati, informazioni, conoscenza, progetti, studi.
E' verosimile che allora il 20% di questa ultima categoria (circa due milioni di persone) lavori senza spostarsi da casa per una buona porzione della settimana lavorativa.

Analizziamo ora: le motivazioni del telelavoro, le tendenze tecnologiche prevedibili, le mansioni che sono e saranno richieste, i settori di applicazione, le conseguenze sociali.
1. Le motivazioni.
I prestatori d'opera possono essere indotti al telelavoro dalla conseguente possibilità di eliminare i tempi morti e i costi per gli spostamenti pendolari tra abitazione e ufficio. Il telelavoro, dunque, elimina gran parte dello stress dei pendolari fisici. (I francesi definiscono la vita del pendolare con la battuta: dodo-metro-boulot, cioè: nanna- metropolitana-lavoro).
Chi lavora otto ore al giorno percepisce come onere aggiunto eccessivo un tempo totale di viaggio superiore a un’ora.

Quindi, lavorare a casa propria può essere più confortevole che non nelle sedi aziendali. La possibilità di organizzare la propria attività in completa autonomia è apprezzata particolarmente da giovani esperti individualisti, che vengono chiamati yiffy, cioè young, independent, freedom-loving, few (giovani, indipendenti, amanti della libertà, rari). Molti lavoratori apprezzano anche la possibilità di inframmezzare il lavoro ad attività domestiche come la cura dei figli. Altri, invece, trovano che la propria casa costituisca una fonte continua di distrazione tanto che non riescono a concentrarsi sulle loro mansioni. Altri, invece, soffrono del distacco dai rapporti sociali offerti dall'ambiente di lavoro e si sentono soli e alienati. Alcuni dirigenti di aziende hanno indicato, in sondaggi, che l’aumento di produttività dovuto al telelavoro può essere stimato in una percentuale compresa fra il 5% e il 40%, ed anche l'assenteismo si ridurrebbe.
Altro elemento che motiva le imprese a instaurare rapporti di telelavoro con i dipendenti è la possibilità di ridurre le dimensioni degli uffici. Se una buona percentuale dei dipendenti lavora a casa quattro giorni alla settimana serve meno spazio, con conseguente risparmio nelle spese per gli affitti.

2. L'organizzazione.
Organizzare il telelavoro di un'azienda, anche media, implica progettare un sistema con ovvie difformità rispetto alle strutture aziendali tradizionali. Andranno dunque stimati e calcolati gli oneri per personale, hardware, locazione dei canali di comunicazione, eccetera e i livelli di produttività ottenibili. Il controllo dei lavoratori non si effettua più sul tempo lavorato ma sui risultati, come per altro sarebbe desiderabile anche nelle aziende tradizionali e nelle amministrazioni pubbliche. La valutazione del lavoro dei dipendenti effettuata su elaborati alfanumerici e grafici resi disponibili su computer è già usuale nelle aziende più avanzate attive nel terziario. Quindi il monitoraggio del telelavoro è del tutto simile a quello già organizzato da tali aziende. Si sostiene che fra i dirigenti anziani sia diffuso il timore che il telelavoro produca una totale anarchia e renda impossibile il coordinamento. Non esistono, però, ragioni concrete perchè si verifichino questi inconvenienti. Basti pensare che il telelavoro può essere organizzato facendolo svolgere anche in Paesi stranieri, dove il suo sviluppo è favorito dai livelli bassissimi dei salari. In questo caso più che parlare di telelavoratori si dovrebbe parlare di teleimmigrati.
Il telelavoro, oltre che in casa, può essere svolto in centri attrezzati siti in località periferiche rispetto alle sedi aziendali e vicine al baricentro delle abitazioni di un numero significativo di dipendenti.

L'organizzazione del telelavoro comporta un accurato addestramento dei dipendenti a comunicare efficacemente a distanza. Già oggi si conseguirebbero vantaggi notevoli insegnando a telefonare correttamente: la grande maggioranza dei lavoratori non si pone nemmeno il problema di ridurre la durata delle comunicazioni (con vantaggio proprio e di tutti gli utenti della rete) né tanto meno si preoccupa di usare, quando è necessario, una ridondanza calibrata, evitare ambiguità, ricorrere allo spelling di nomi e parole insolite, equilibrare il ricorso a messaggi parlati, fax ed e-mail. Ovviamente il corretto impiego dei protocolli e delle apparecchiature dovrà essere insegnato agli operatori in modo formale e controllato, non affidandosi all'improvvisazione.

3. Tendenze tecnologiche.
Siamo ancora nella preistoria del telelavoro. E' vero che basta avere un personal computer, un modem e un accesso a un nodo Internet o a un gate World wide web per poter lavorare in rete. Però, se viaggiamo, succede ancora che il telefono disponibile non sia equipaggiato con un jack telefonico moderno. Allora connetterci è difficile, ma queste banali inadeguatezze sono transitorie. Infatti, le innovazioni necessarie si stanno diffondendo rapidamente. Finora gli aumenti di velocità, capacità, funzioni hanno sorpassato le previsioni più ottimistiche e possiamo attenderci che continuino a farlo.
Quindi vedremo probabilmente entro pochi anni: personal computer che funzionano a decine di Gigaflop al secondo, accesso alle macchine mediante tastiere, voce, tatto, onde elettroencefalografiche e trasmissione velocissima di dati e grafica ovunque nel mondo attraverso reti che usano radio, cavi, satelliti. Attualmente gli utenti delle reti riescono a soddisfare le proprie esigenze di comunicazione con estrema lentezza perché i canali con cui sono connessi trasmettono dati solo a poche migliaia o a poche decine di migliaia di bit/secondo. Queste velocità stanno già crescendo. Si potrà arrivare ad alcuni milioni di bit/secondo, usando fra l'altro anche le trasmissioni attraverso satelliti Leo (Low earth orbit od orbita terrestre bassa, alcune centinaia di chilometri). E' immaginabile che si arrivi a 100 milioni di bit/secondo usando reti e tecnologie già contemplate per la rete Ethernet.

4. Mansioni presenti e future.
E’ ovvio che il telelavoro è particolarmente conveniente quando l’obiettivo sia quello di elaborare dati simbolici (in genere alfanumerici, ma anche costituiti da grafici e icone). Non se ne deve dedurre che il telelavoro si diffonderà solo per gli addetti a uffici studi e progetti, amministrazione, editoria, statistica, governo centrale e locale.
Infatti si sono avuti esempi di operazioni chirurgiche delicate eseguite da medici addestrati che azionavano a distanza strumenti agenti sul paziente che si trovava in un altro continente.
E’ ben noto che manipolazioni a distanza vengono eseguite normalmente quando si debbano trattare oggetti pericolosi (esplosivi, sostanze radioattive).
Quindi, il telelavoro potrà essere vantaggioso quando l’investimento in hardware, rete e sistema sia ampiamente bilanciato dall’aumentato rendimento delle prestazioni di personale estremamente specializzato e ancora raro.
Le abilità di base richieste a chi fa telelavoro sono facilmente immaginabili. Esse comportano:- conoscenze essenziali di informatica; - familiarità con i terminali usati; - flessibilità nel passare a standard diversi e nel seguire le innovazioni che si presentano di continuo; - capacità di comunicare per iscritto in modo conciso e corretto; - capacità di organizzare indipendentemente il proprio tempo e le proprie risorse; - trasmettere con puntualità e tempestività ogni risultato prodotto che abbia adeguata rilevanza e ogni informazione che possa rappresentare un segnale di emergenza. Non bisogna ritenere, inoltre, che i progressi più spinti della tecnologia possano rendere obsoleta gran parte delle prestazioni umane.
Se l’addestramento dei lavoratori è scarso l’impiego di strumenti e sistemi integrativi non basta a garantire un’alta produttività. La creatività umana, quindi no è messa in discussione.

5. Settori di applicazione.
Come già accennato, il telelavoro si espanderà in modi più rapidi e drammatici nei settori in cui la linfa vitale è l'informazione. La tecnologia delle telecomunicazioni, infatti, dirotta i messaggi relativi su canali nuovi, ben adatti a essere gestiti, appunto, mediante il telelavoro.
Un impatto molto visibile si avrà sicuramente nell’editoria di libri e periodici. Ogni attività di selezione, editing, publishing, impaginatura si può svolgere a distanza. Lo stesso mezzo cartaceo comincia a cedere il passo a testi e ipertesti realizzati su supporto telematico.
La trasmissione telematica di dati e conoscenza investirà anche governi locali e centrali. Varie città italiane hanno già messo in rete i servizi informativi delle loro amministrazioni: anche qui il telelavoro sarà presente.

6. Conseguenze sociali.
Il telelavoro si è diffuso internazionalmente anche per sfruttare le enormi differenze di livello salariale fra i vari Paesi. Paradigmatico il caso della Jamaica digiport international (joint venture di At&t, dell'inglese Cable and wireless e di Telecommunications of Jamaica) che fornisce servizi di data-entry ad aziende americane specializzate nella elaborazione dati. I 600 dipendenti in Jamaica immettono in rete il loro lavoro e il loro salario medio è inferiore al 20% di quello corrispondente americano. I dipendenti stranieri che telelavorano per aziende in Paesi a reddito più alto si possono considerare veri e propri immigranti elettronici.
Infine il telelavoro sta avendo influenza notevole sul lavoro femminile. Le donne sono il 44% della forza lavoro negli Stati Uniti e il 35% in Italia, ma tali percentuali stanno crescendo. Alle donne con figli piccoli il telelavoro conviene più di quello tradizionale. Secondo taluni, le leggi italiane che proteggono le lavoratrici madri sono tanto favorevoli da rendere non impiegabili le donne in età fertile. Il telelavoro potrà modificare questo stato di cose consentendo alle donne una normale vita biologica e familiare pur svolgendo lavoro innovativo di alta qualità. Motivazione e produttività cresceranno con vantaggio delle lavoratrici, delle aziende e della società. Il telelavoro, concludendo, serve a emancipare i lavoratori, li aiuta a lavorare meglio con meno fatica e meno tempo, offrendo anche occasioni continue di formazione. L'impatto sociale è enorme, largamente positivo, comunque inevitabile. I vantaggi del telelavoro sono allettanti; gli svantaggi sono eliminabili o attenuabili se si applica il metodo in modo intelligente e se il concetto stesso di telelavoro viene ripulito dagli stereotipi che già lo accompagnano.

Liberamente tratto da: D. De Masi, L'avvento post-industriale, F. Angeli, Milano, 1985.