LA BIOMIMICA - Giugno 2005
L’uomo, allo stesso modo in cui avviene per il resto degli organismi viventi, deve modificare il suo ambiente naturale circostante, per soddisfare i propri bisogni: alimentarsi, coprirsi, trovare rifugio, etc. Negli ultimi anni abbiamo scoperto che, alterando l’ambiente, abbiamo compromesso la nostra qualità di vita e quella delle future generazioni. Ed è per questo che siamo obbligati a cercare delle alternative per soddisfare le nostre esigenze senza danneggiare l’ambiente nel quale viviamo.
Una delle soluzioni possibili per ovviare a questo inconveniente, ovvero quello di uno sfruttamento sconsiderato e senza limiti del patrimonio naturale mondiale, potrebbe essere quella di generare e consumare una quantità minore di prodotti, ovvero circoscrivere le necessità dell’uomo. Nell’economia attuale questa non sembra una soluzione possibile, e forse neanche necessaria. Oppure, invece di produrre meno, potremmo farlo in una forma differente.
Come? Come lo fa la Natura!!!
Da mille di milioni di anni, la Natura è stata sufficientemente creativa da riuscire a soddisfare tutte le sue necessità, senza minacciare la sua esistenza. Piante, animali e microrganismi si sono dimostrati in grado di sopravvivere, evolversi ed espandersi, senza esaurire il combustibile fossile, contaminare il pianeta o compromettere il futuro delle prossime generazioni. L’uomo, essendo il più creativo delle specie viventi, è in condizioni di riuscire a fare questo e molto di più! Vogliamo essere in questo senso positivi e credere a questa affermazione.
La questione si pone in questi termini: dovremmo smettere di sfruttare la Natura ed iniziare ad imitarla. Dovremmo porci delle domande: se la Natura dovesse soddisfare queste necessità, come lo farebbe? Questa è la biomimica : “imitazione della vita”.
Il Prof. Jim Gordon ha creato per primo il termine “biomimetics” intendendolo come “la estrazione dalla Natura dei progetti di rigenerazione migliori”. Se volete avere maggiori informazioni sul tema potete visitare il sito della Università di Reading (Inghilterra) http://www.rdg.ac.uk/AcaDepts/cb/home.htm.
L’approccio Biomimico
Da sempre, la natura si è auto-curata, cioè ha provveduto a se stessa in maniera autosufficiente. Esistono in Natura dei “sistemi” capaci di porre rimedio a danni di maggiore o minore entità. Milioni di anni di evoluzione hanno conferito alla Natura l’abilità a mettere in atto dei meccanismi complessi ed efficienti: studiando questi meccanismi possiamo imparare nuovi modi di fare, di costruire materiali capaci di auto-rigenerarsi, seguendo il principio di cercare delle soluzioni ai problemi e ai bisogni degli esseri umani – e non solo – nonché imitando le strategie e i modelli usati dalla Natura.
La biomimica cerca risposte a domande specifiche, del tipo: come possiamo ottenere più alimenti? Approfittare meglio dell’energia? Costruire materiali nuovi? Mantenerci sani?
A tutte queste domande che hanno a che vedere con ognuno di noi indipendentemente dalla razza, religione, fede politica cui apparteniamo, o quant’altro, stanno cercando di rispondere gli ingegneri, i disegnatori e gli scienziati di tutto il mondo, con l’obiettivo di applicare queste conoscenze alla creazione di prodotti, sistemi di trasporto e strutture organizzative, tra le altre cose.
Di seguito riportiamo qualche esempio di innovazione riuscita avendo a disposizione la biomimica come punto di partenza.
- La Natura, come riesce a purificare l’acqua? Una società ha individuato la risposta nella soluzione della “filtrazione” delle terre pantanose: questo meccanismo assolutamente naturale è servito di ispirazione per un sistema di trattamento delle acque residue attraverso l’impiego dei bioreattori. Questi strumenti lavorano con comunità di organismi, che utilizzano i residui come nutrizione: nel processo di digestione dei residui si purifica l’acqua.
- La Natura, come mantiene le superfici pulite? Ricercatori universitari scoprirono che qualche organismo vegetale ha la capacità di “autopulirsi”. In particolare il loto, riesce ad avere le foglie sempre pulite, anche se piantato in suoli fangosi. Sulla superficie del loto ci sono dei minuscoli grani di cera che fanno sì che le particelle di sporcizia non possano aderire. Imitando la Natura, è nata anche un genere di pittura che al suo asciugarsi riesce ad avere una trama simile a quella della foglia del loto: le gocce di pioggia scivolano sulla superficie, rimovendo automaticamente la sporcizia.
- La Natura, come taglia le superficie più dure? Si è comprovato che i topi possono mordere con i loro denti il legno, il metallo e il cemento. Praticamente non esiste un materiale resistente a questi roditori. I denti dei ratti sono molto taglienti a causa della combinazione di materiali di diversi gradi di durezza, dai quali appunto sono composti. Diversamente dai denti umani, il duro smalto dei denti dei topi è talmente diminuito nel corso del processo evolutivo che oggi rimane solo un fine strato davanti. La sostanza dentale – più morbida – che si trova dietro è quella che si sciupa rodendo. Ma, dal momento che la durezza dello smalto permane, davanti si forma sempre un filo acuto. Questo principio fu applicato allo sviluppo di utensili per tagliare.
Gli esempi di questo tipo sono tanti e sono destinati a crescere sempre di più.
Il punto fondamentale è che la biomimica ci mostra che la soluzione non è agire di meno, ma agire in modo differente. Concretamente, occorre guardare ed utilizzare la natura diversamente: come una fonte di informazione, inspirazione ed innovazione, più che come un deposito di risorse.
Negli anni Trenta l’invenzione della chimica di sintesi ha ridotto notevolmente la nostra dipendenza dal regno della natura quale unica fonte da cui far derivare la produzione di farmaci. Negli ultimi anni, assistiamo a un’eccitante rinascita della fitoterapia, stimolata dalla scoperta di sostanze medicinali negli angoli più remoti del pianeta (Sud America e Africa per primi). E questa ricerca, nel corso degli ultimi decenni si è trasformata da elemento marginale a fenomeno di interesse generale a livello mondiale. Infatti, da più di tre miliardi e mezzo di anni la Natura crea degli straordinari composti chimici e le nuove tecnologie stanno facilitando la nostra capacità di scoprirli, studiarli, manipolarli e utilizzarli, come mai prima d’ora.
Ma la natura può contribuire alla guarigione anche nel suo ruolo terapeutico di ispirazione estetica e spirituale, nella vita della maggior parte degli esseri umani: la ”biomimica” infatti si dedica al suo studio, intendendola quale modello da cui trarre insegnamenti anche in campo medico.
L’idea è non pensare più alla Natura come un qualcosa dal quale possiamo estrarre il massimo possibile, bensì come un mondo dal quale possiamo imparare per operare meglio, a beneficio di tutti quanti noi.
Barbara Herreros
Una delle soluzioni possibili per ovviare a questo inconveniente, ovvero quello di uno sfruttamento sconsiderato e senza limiti del patrimonio naturale mondiale, potrebbe essere quella di generare e consumare una quantità minore di prodotti, ovvero circoscrivere le necessità dell’uomo. Nell’economia attuale questa non sembra una soluzione possibile, e forse neanche necessaria. Oppure, invece di produrre meno, potremmo farlo in una forma differente.
Come? Come lo fa la Natura!!!
Da mille di milioni di anni, la Natura è stata sufficientemente creativa da riuscire a soddisfare tutte le sue necessità, senza minacciare la sua esistenza. Piante, animali e microrganismi si sono dimostrati in grado di sopravvivere, evolversi ed espandersi, senza esaurire il combustibile fossile, contaminare il pianeta o compromettere il futuro delle prossime generazioni. L’uomo, essendo il più creativo delle specie viventi, è in condizioni di riuscire a fare questo e molto di più! Vogliamo essere in questo senso positivi e credere a questa affermazione.
La questione si pone in questi termini: dovremmo smettere di sfruttare la Natura ed iniziare ad imitarla. Dovremmo porci delle domande: se la Natura dovesse soddisfare queste necessità, come lo farebbe? Questa è la biomimica : “imitazione della vita”.
Il Prof. Jim Gordon ha creato per primo il termine “biomimetics” intendendolo come “la estrazione dalla Natura dei progetti di rigenerazione migliori”. Se volete avere maggiori informazioni sul tema potete visitare il sito della Università di Reading (Inghilterra) http://www.rdg.ac.uk/AcaDepts/cb/home.htm.
L’approccio Biomimico
Da sempre, la natura si è auto-curata, cioè ha provveduto a se stessa in maniera autosufficiente. Esistono in Natura dei “sistemi” capaci di porre rimedio a danni di maggiore o minore entità. Milioni di anni di evoluzione hanno conferito alla Natura l’abilità a mettere in atto dei meccanismi complessi ed efficienti: studiando questi meccanismi possiamo imparare nuovi modi di fare, di costruire materiali capaci di auto-rigenerarsi, seguendo il principio di cercare delle soluzioni ai problemi e ai bisogni degli esseri umani – e non solo – nonché imitando le strategie e i modelli usati dalla Natura.
La biomimica cerca risposte a domande specifiche, del tipo: come possiamo ottenere più alimenti? Approfittare meglio dell’energia? Costruire materiali nuovi? Mantenerci sani?
A tutte queste domande che hanno a che vedere con ognuno di noi indipendentemente dalla razza, religione, fede politica cui apparteniamo, o quant’altro, stanno cercando di rispondere gli ingegneri, i disegnatori e gli scienziati di tutto il mondo, con l’obiettivo di applicare queste conoscenze alla creazione di prodotti, sistemi di trasporto e strutture organizzative, tra le altre cose.
Di seguito riportiamo qualche esempio di innovazione riuscita avendo a disposizione la biomimica come punto di partenza.
- La Natura, come riesce a purificare l’acqua? Una società ha individuato la risposta nella soluzione della “filtrazione” delle terre pantanose: questo meccanismo assolutamente naturale è servito di ispirazione per un sistema di trattamento delle acque residue attraverso l’impiego dei bioreattori. Questi strumenti lavorano con comunità di organismi, che utilizzano i residui come nutrizione: nel processo di digestione dei residui si purifica l’acqua.
- La Natura, come mantiene le superfici pulite? Ricercatori universitari scoprirono che qualche organismo vegetale ha la capacità di “autopulirsi”. In particolare il loto, riesce ad avere le foglie sempre pulite, anche se piantato in suoli fangosi. Sulla superficie del loto ci sono dei minuscoli grani di cera che fanno sì che le particelle di sporcizia non possano aderire. Imitando la Natura, è nata anche un genere di pittura che al suo asciugarsi riesce ad avere una trama simile a quella della foglia del loto: le gocce di pioggia scivolano sulla superficie, rimovendo automaticamente la sporcizia.
- La Natura, come taglia le superficie più dure? Si è comprovato che i topi possono mordere con i loro denti il legno, il metallo e il cemento. Praticamente non esiste un materiale resistente a questi roditori. I denti dei ratti sono molto taglienti a causa della combinazione di materiali di diversi gradi di durezza, dai quali appunto sono composti. Diversamente dai denti umani, il duro smalto dei denti dei topi è talmente diminuito nel corso del processo evolutivo che oggi rimane solo un fine strato davanti. La sostanza dentale – più morbida – che si trova dietro è quella che si sciupa rodendo. Ma, dal momento che la durezza dello smalto permane, davanti si forma sempre un filo acuto. Questo principio fu applicato allo sviluppo di utensili per tagliare.
Gli esempi di questo tipo sono tanti e sono destinati a crescere sempre di più.
Il punto fondamentale è che la biomimica ci mostra che la soluzione non è agire di meno, ma agire in modo differente. Concretamente, occorre guardare ed utilizzare la natura diversamente: come una fonte di informazione, inspirazione ed innovazione, più che come un deposito di risorse.
Negli anni Trenta l’invenzione della chimica di sintesi ha ridotto notevolmente la nostra dipendenza dal regno della natura quale unica fonte da cui far derivare la produzione di farmaci. Negli ultimi anni, assistiamo a un’eccitante rinascita della fitoterapia, stimolata dalla scoperta di sostanze medicinali negli angoli più remoti del pianeta (Sud America e Africa per primi). E questa ricerca, nel corso degli ultimi decenni si è trasformata da elemento marginale a fenomeno di interesse generale a livello mondiale. Infatti, da più di tre miliardi e mezzo di anni la Natura crea degli straordinari composti chimici e le nuove tecnologie stanno facilitando la nostra capacità di scoprirli, studiarli, manipolarli e utilizzarli, come mai prima d’ora.
Ma la natura può contribuire alla guarigione anche nel suo ruolo terapeutico di ispirazione estetica e spirituale, nella vita della maggior parte degli esseri umani: la ”biomimica” infatti si dedica al suo studio, intendendola quale modello da cui trarre insegnamenti anche in campo medico.
L’idea è non pensare più alla Natura come un qualcosa dal quale possiamo estrarre il massimo possibile, bensì come un mondo dal quale possiamo imparare per operare meglio, a beneficio di tutti quanti noi.
Barbara Herreros
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